“Guarda che bel cielo azzurro qua fuori, PiccolaPesteBubbonica!”
“Hey, Nerdy! Domani finalmente finiremo di riempire le scatole! Abbiamo ancora DUE giorni di ferie!”
È tutto perfetto, studiato nel minimo dettaglio. Ogni cosa si svolge come dovrebbe, dallo smistamento del vestiario all’imballaggio degli utensili, passando per un trallallá ed un “a presto!“.
Poi l’espressione di Nerdy alle 18:00 in punto muta di netto e quello che prima sembrava uno spensierato sorriso da puer in locus amoenus, svanisce, sostituito da un feroce ghigno.
“Oh amato Nerdy con paresi da Joker, cos’accade?!“, chiedo con un occhio a PPB e l’altro alla montagna di pacchi che invade casa.
La notizia quasi sembra non voler abbandonare le pallide e rabbiose labbra dell’uomo-in-arancione, per paura che il suono di quel temibile segreto possa concretizzare l’inevitabile.
Le ipotesi sono:
A. Decesso di felino
“Ti è morto il gatto?”
Scuote il capo.
B. Appuntamento procrastinato
“Il dentista ha detto che la pulizia semestrale salta?”
Di nuovo no.
C. Catastrofe naturale
“Un meteorite ha colpito casa della suocera?”
Ancora niente.
D. Fenomeni paranormali o incontri del terzo tipo
“Gli alieni sono venuti in visita nel piccolo paesello industriale?”
No, no e no!
Qualcosa però si muove, risalendo l’oscuro abisso delle interiora dell’uomo Nerd. Lui, un pezzo di protonpack in mano e uno smeriglietto nell’altra, mi guarda attraverso i suoi occhiali da saldatore con espressione immobile. Così rassegnato l’ho visto solo quella volta che eravamo in ferie e… Ohcacchio!
Sibilando striscia, arrancando tra lingua e denti, la frase che nessun essere vivente vorrebbe mai sentirsi dire.
“C O S A?!” rispondo io, armata di calzini e reggiseni appena tolti dalla fune.
Sì, avete capito bene.
Nero e Nerdy sono stati richiamati al lavoro dalle ferie “per esigenze di servizio” con un preavviso di dodici ore esatte.
Mapporc…