Si sa che sono un gatto nero, lunatico, frettoloso, pieno di sogni nel cassetto e di cassetti chiusi dentro un armadio quattro stagioni; che ho mille difetti, che viaggio alla velocità della luce, con la testa e con le emozioni, che troppo spesso voglio ottenere a tutti i costi qualcosa di inafferrabile e che quando finalmente arrivo alla meta, non sono soddisfatta, perdo interesse, mi metto alla ricerca di una scossa ancora più forte di quella precedente.
Non ho più voglia di giustificarmi, di inseguire gli aquiloni, di ricamare splendidi arazzi per compiacere chi mi sta intorno. Aka, faccio quello che mi pare, anche se questo costa la sofferenza di qualcuno e quando sarò io a dovermi leccare di gran premura le ferite, piangerò e mi dispererò, ma dopotutto mi rialzerò sulle mie gambe, le stesse che mi fanno male, cullate da una costellazione di ernie che manco Matusalemme coi suoi 969 anni di marcia su questa terra.
E sì, questo mondo mi è sempre andato stretto; stretta l’attesa, i confini, i rapporti d’amicizia, le relazioni, i conflitti, i confronti, le associazioni, gli amici di amici, le critiche furtive fatte all’angolo della strada, la pochezza, la leggerezza, i compromessi, la sanità che non funziona e il governo ladro. E i marò (?)
Non ho più la pretesa di comprendere le persone, di cercare di venire incontro a chi erige muri, chi non è chiaro con se stesso e poi con me, perché già ho problemi a decifrare i vaneggiamenti del mio animo, figurarsi se ho tempo di invischiarmi in altri, ancora più inconsistenti e imprevedibili.
Sono stanca di chi ti dà la mano, ma solo allo scopo di ottenere carne; che poi di questa carne felina, esattamente, cosa ve ne fate? Ci giocate un po’ e poi, piazzata la bandiera, slidate al prossimo gatto? Ci sta, ma fatelo, vi consiglio, con un po’ di stile.
E mi dispiace se sono troppo diretta e se quel che dico fa storcere il naso, ma in fondo nemmeno di questo mi interessa granché, ho sempre preferito la qualità alla quantità – e l’intelligenza alla miseria intellettuale-, oltre a non riuscire, manco per errore a inserirmi nei gruppi. Ma sono figlia unica, quindi la solitudine è una mia grande alleata, anche se spesso tende a darmi ragione quando servirebbe un secondo parere…
Mi piace ancora leggere, anche se lo faccio a fatica, godere del calore delle coperte d’inverno, del fresco all’ombra di un albero in estate, camminare a piedi scalzi sulla sabbia, ammazzarmi di tramonti, perché sì, sono romantica, ma non sono le solite cinque lettere dell’amore a darmi pace.
Preferisco un giudizio diretto e schietto, al vociare da retrobottega, anche se è difficile che un legame duri per sempre, anche se al cento per cento sincero, perché di eterno c’è solo ciò che ci aspetta in seguito all’autostop con Caronte.
E i complimenti, be’, piacciono a tutti i gatti, specie se costruttivi e possibilmente avulsi dal concetto di bellezza in sé e per sé.
Quindi… Quindi niente, solo una lagna di un felino che passeggia verso la sua notte. Alla ricerca della prossima mano a cui fare le fusa.