#57: La morte non è niente (quasi novanta giorni senza te)

La morte non è niente. Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
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Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami!

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.
H. S. Holland

Nessuno prenderà mai il tuo posto nel mio cuore. Non so nemmeno più come chiamare il vuoto che hai lasciato in me. Non mi capacito ancora della tua non-presenza. Come posso chiamarla assenza, se tra i pensieri e i gesti ci sei sempre tu?

È vero che quando qualcuno viene a mancare ti rendi conto davvero di quanto grande fosse l’amore, l’affetto, la stima, di quanto inestinguibile fosse il legame che stringeva, forte come la catena che sostiene saldamente l’ancora. Ognuno di quegli anelli di metallo è un insegnamento, un ricordo, una debolezza (tua o mia, indistintamente).

Non c’è sentimentalismo in tutto ciò, non quanto ne avresti messo tu. Sei l’unico uomo che ho amato e odiato dal profondo del mio animo. Sono talmente impregnata del dolore, imbevuta di tristezza e sperduta, senza bussola, che non riesco a capire più dove sia il mio bene o il mio male.

Avevo ancora bisogno di te, come la bambina egoista che sono. Avevo ancora bisogno di te, e non ci sei più…

Mi mancherai per sempre.

Sono quasi novanta giorni e l’alba precedente è meno dolorosa di quella successiva.

A volte nemmeno mi importa più dell’alternarsi di Sole e Luna.

La casa è vuota. Il cuore pure.

7 risposte a "#57: La morte non è niente (quasi novanta giorni senza te)"

      1. Parti dal tuo Commento, ed aggiungo:

        …. Di quell’acqua di quella frescheza
        l’unica che mi disseta e sazia
        nel cuore e nell’anima
        arrivo sin da dove nasce
        quell’acqua ma trovo solo sassi e e terra
        asciutta
        il mio cuore si ribella
        la mia mente cerca ancora ……….
        —————————————————
        Avrei molto altro da aggiungere a questw strofe strampallate ………..
        Approposito ove ti potrebbe interessare il mio nome è Giovanni.
        Buona giornata

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