#20: Salem, la serie TV

Hai un segreto amore per i riti esoterici e nessuno a cui confidarlo?

Sei attratt* dal paranormale, ma la mamma ti ha sempre detto che-non-si-fa?

Aspetti con ansia l’uscita di un film dai toni darkeggianti, tetri ed amalgamati all’horror spiccio che non fa paura nemmeno a pagarlo?

Ti piace che nei film/telefilm  lo zombie sia un vero zombie, con carne che penzola e mugolii sconnessi, che il licantropo sia un uomo lupo rivestito di ispido pelo nero o marrone bruciato, che il vampiro sia un autentico succhiasangue sensuale e un po’ perverso, che nutra per gli umani una pietà che rasenti l’inesistente?

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****AUCHTUNG****
Si avvisano i cortesi naviganti che le immagini seguenti potrebbero causare ansia, vomiti, capogiri, svenimenti, crisi isteriche da fanatismo, probabile sproloquio e turpiloquio contro la sottoscritta.

Si ricorda, inoltre, che qualsiasi contenuto scritto vuole solo essere un punto di vista personale di Nero.

PROCEDERE ORA SULLA PASSERELLA A1 e prendere posto sul primo sedile libero.

Vi auguriamo una piacevole traversata.


Ecco alcuni esempi di come, secondo il mio modestissimo parere, NON dovrebbe essere, in ordine, uno zombie:

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un licantropo:

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un vampiro:

image(pensavate che avrei messo il vampiro “brillante” di twilight, eh? Eh? EH!? Troppo facile, dai!)

Quello che mi aspetto di trovare in una serie TV che parli di streghe, sono prima di tutto le streghe (ok, avete ragione è un po’ scontato, ma insomma ci sono certi film che vogliono parlare di zombie e vampiri, e poi te li ritrovi a petto nudo dovunque e comunque a vantarsi dei propri addominali. Un po’ di decenza, perbacco!), il magico, l’esoterico, gli amuleti, le pozioni, i calderoni, gli scenari cupi, il mood sempre un po’ teso, sul chi vive, e la suspence. Ma quello che rende interessante, ai miei occhi, uno show di questo genere è lo stereotipo.
Intendo per stereotipo tutta quella serie di simbologie, atti, fatti, parole, locazioni e credenze comunemente sentiti come “veri” in una cultura, che non per forza deve essere quella occidentale, attingendo dalle realtà storiche presenti e/o passate.

In soldoni: la “strega” ( o qualsiasi personaggio mitologico, mitico e leggendario) deve rispecchiare determinati canoni (essere strega= donna, veste di nero, fa riti col sangue oppure donna, parla con gli alberi o ha il potere di curare/far morire le persone etc…), appartenenti ad un dato ambiente sociale (città europea o americana o asiatica, villaggio africano o piccola tribù sconosciuta degli Appalachi etc…) e ad un preciso momento storico (epoca dei lumi, periodo della Santa Inquisizione, rinascimento, era delle invasioni barbariche etc), e la sua presenza dovrebbe essere una risposta o un ostacolo alle esigenze/paure che scaturiscono dalla mentalità predominante.

Ed è esattamente quello che succede dentro questo magic box che è Salem.

Siamo nel 1600, epoca degli ideali di conquista e dominio del Mondo. L’Inghilterra, la Francia e la Spagna concorrono per il possesso di nuovi territori e, ovunque arrivino, perseguono, sottomettono o schiavizzano gli indigeni.
L’America ha la fama di essere “vergine” e “prolifica”, di fatto è stata scoperta  da circa cento-centocinquant’anni ed è in assoluto la terra delle grandi opportunità, nessuno sa chi sei e tutto è possibile.
Tutto, anche la stregoneria.
È esattamente in questo clima di entusiasmo coloniale, in cui molti hanno un passato scomodo, che i personaggi si muovono, agiscono ed intessono trame non troppo intricate costellate da tiepidi colpi di scena.

Le figure principali sono tre: Mary Sibley, il capitano John Alden ed il reverendo (protestante) Cotton Mather, attorno alle quali si evolvono le vicende della cittadina di Salem.
Esistono due fazioni opposte, puritani e streghe, che sembrano suddividersi in gruppi più piccoli e contrastanti, così a volte i membri del medesimo schieramento entrano in conflitto tra loro, cercando di eliminarsi vicendevolmente.
Esistono gli outsider, alleati di nessuno, perlopiù folli ma allo stesso tempo “lucidi” e “saggi” – il classico pazzo che vede dove gli altri non riescono.

Il clima percepito sta a metà tra quello respirato durante l’Inquisizione e l’ascesa dei padri pellegrini.

In questa serie vengono espresse frammentariamente le passioni dell’animo umano e spesso la cattiveria, di norma additata come espressione del demonio, non è altro che frutto della perversione insita nell’uomo.

Sostanzialmente è l’amore – e tutto ciò che ne consegue collateralmente- l’elemento trainante.
Secondo me c’è ancora tanto da sviluppare, magari la seconda serie ci darà risposte sulle domande lasciate in sospeso nella prima!

  • Cosa mi è piaciuto: l’ambientazione, i costumi, i colori, Anne (soprattutto il contrasto tra le vesti ed i capelli), i riferimenti al mondo esoterico, gli scenari notturni, gli interni della casa di Mary, il fatto che la serie prenda il nome da una delle cittadine in cui sono davvero avvenuti accadimenti legati alla stregoneria.
  • Cosa non mi è piaciuto: il fatto che certe parti siano state lasciate lì a marcire per tutta la serie, poi le si sia usate proprio alla fine come a dire “Hey, abbiamo ancora questa carta da giocare!“. Sì, OK, e quindi?
    I cambi di recitazione a volte mi sembravano un po’ forzati, ma forse erano necessari.

E voi l’avete visto Salem? Conoscete film o telefilm che parlino di streghe?

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Nessun critico cinematografico si senta offeso, queste sono opinioni personali, prive di basi accademiche.

4 risposte a "#20: Salem, la serie TV"

  1. Io l’ho vista la serie! ho iniziato quasi per caso in streaming..e poi ho continuato fino alla fine della prima.
    Mi sono piaciute un sacco le ambientazioni, le atmosfere..ma forse mi aspettavo un qualcosina un po’ più forte sul fattore magia/poteri.
    Nonostante questo ora non vedo l’ora di vedere la seconda serie perchè voglio capire come va a finire e ci sono un sacco di cose in sospeso!
    -SPOILER-
    p.s Solo io sono arrivata a sospettare che Increase Mather fosse lui stesso uno stregone?

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